Di Agricoltura si vive e non si discute

In questi giorni sono stati pubblicati i dati allarmanti sull’inquinamento delle acque da pesticidi usati in agricoltura. Abbiamo sentito il dolore degli agricoltori per i prezzi iniqui pagati per i prodotti agricoli e abbiamo assistito ad un dibattito sulla “scientificità” o non “scientificità” dell’agricoltura biodinamica

L’agricoltura ha il compito di produrre cibo sano, creare bellezza e armonia del paesaggio, curare la vita del terreno, delle piante, degli animali e degli uomini che vi lavorano. L’agricoltura non necessita di dimostrare la sua “scientificità”.

Cento anni fa, quando si iniziarono ad applicare le basi “scientifiche” e tecniche dell’ agricoltura moderna, venivano contemporaneamente poste le basi conoscitive e tecniche di un altro modo di concepire e leggere la Natura, e conseguentemente di un’altra forma di agricoltura, la quale di per sé non negasse le conoscenze della scienza, ma le ampliasse con una visione allargata del vivente. Ora, dopo un secolo di “rivoluzione verde”, vediamo il risultato: se l’albero si riconosce dai frutti, scegliamo da quale albero vogliamo nutrirci.

L’agricoltura sul modello della “scienza” deve registrare, inconfutabilmente e dolorosamente, come conseguenza del suo operato, l’inquinamento delle acque da pesticidi, la perdita di fertilità dei suoli e la conseguente loro desertificazione, l’impoverimento del paesaggio e della biodiversità, l’impoverimento culturale, sociale ed economico degli agricoltori, la degenerazione della salubrità e qualità del cibo.

Invitiamo dunque uomini e donne di scienza, uomini e donne di non scienza, nonché persone alla ricerca di un lavoro sano, come pure cittadini che dei frutti della terra hanno quotidiano bisogno, così come hanno quotidiano bisogno di armonia e bellezza, a visitare un’azienda biologica o biodinamica frutto di quella visione del mondo da alcuni dichiarata “anti-scientifica”, ma che noi vogliamo definire “sovra –scientifica”.

Entrate in un’azienda, convenzionale o bio, ognuno faccia le proprie considerazioni. Guardi e percepisca la qualità del suolo e la sua vita, assapori la pianta e ne colga la sua multiformità, osservi gli animali che ci vivono, parli con le persone che ci lavorano e poi faccia le sue considerazioni e tragga le sue conclusioni. Decida liberamente e coscientemente dove farebbe lavorare suo figlio, quale latte bere, quale verdura mangiare, dove fare una passeggiata la domenica e si chieda dove può sentire la forza della Vita  e il desiderio di mantenerla per proiettarla verso il futuro.

Le aziende biologiche e biodinamiche non sono perfette, non corrispondono mai al nostro pieno ideale, ma sono comunque tese ad essere luoghi che creano lavoro, vita e salute per chi ci vive e per chi si nutre dei loro frutti.

Le aziende biodinamiche in particolare, da un secolo a questa porte, rappresentano dei luoghi di ricerca e di innovazione e dei puntidi riferimento per tutto il mondo del biologicoverso una pratica agricola che opera consapevolmente per l’evoluzione dell’Uomo e della Natura.

Oggi sempre più agricoltori convenzionali sentono di non avere futuro e si rivolgono ad un’agricoltura ecologicaesostenibile. Sempre più consumatori sentono la necessità di un cibo sano e di voler sostenere un’agricoltura sana. Dalla collaborazione tra chi produce, ed ha bisogno del riconoscimento di chi consuma, e chi consuma che abbisogna di chi produce, sta nascendo una nuova agricoltura, ma anche una nuova economia, basata non sull’egoismo individuale, ma su un fraterno senso di appartenenza ad un progetto comune per il risanamento della nostra Terra e delle nostra Vita sudi essa.

Bocciare di anti-scientificità l’agricoltura biodinamica è comprensibile per gli attuali concetti della “scienza”. Ma la scienza non è un sistema compiuto e completo di conoscenza della realtà del mondo e dell’uomo. La scienza è parte di un cammino conoscitivo che utilizza le capacita di analisi e di pensiero dell’uomo moderno e che ha sempre e comunque una visione ed una conoscenza parziale della realtà.

La scienza, se fosse vera Scienza, dovrebbe essere sempre apertaal non ancora conosciuto, per non cadere in un oscurantismo dogmatico, come era dicerte religioni decadenti del passato. Per fortuna dell’umanità la realtà della vita non segue né i vecchi dogmi della religione, né quelli moderni di una scienza per sua natura relativista, ma ubbidisce alle sue leggi intrinsecheche cigarantiscono ancora, per grazia e con il nostro cosciente operare, salute, bellezza e cibo sano a cui attingere.

Agricoltura, medicina, pedagogia, economia non debbono dimostrare la loro “scientificità”, ma produrre cibo, salute, educazione, comunità economiche che. comprovino con i loro frutti l’origine del loro sano e retto operare.

La comunità dei produttori, negozianti e collaboratori di EcorNaturaSì Spa

Pubblicato su “La Repubblica” di domenica 15 maggio 2016